Il desiderio che accomuna tutti è stare bene, essere felici.
Una ricerca difficile, quella della felicità, visto che nel quotidiano capita spesso di provare emozioni negative, che portano disagio al punto da essere vissute come ostacoli per il proprio benessere. Così succede che si inizia a cercare un modo per alleviarle o eliminarle dalla propria vita in modo da sentirsi meglio.
In questo post farò riferimento a due emozioni negative: rabbia e tristezza.
Spesso si pensa che la cosa migliore da fare per eliminare il disagio che provocano sia combatterle, ma questo approccio genera più problemi che altro.
La soluzione per stare meglio, infatti, non sta nell’insabbiare l’emozione negativa, ma nel saperla accogliere grazie ad un’adeguata educazione emotiva.
Una guerra senza fine
Fin da piccoli ci è stato detto che rabbia e tristezza sono emozioni negative e sono al polo opposto di quelle positive: la dicotomia è netta, marcata, lampante e la distanza enorme, esattamente come quella tra il “giusto” e lo “sbagliato”. Siamo agli antipodi e non esistono vie di mezzo.

Ci è stato detto che le emozioni negative sono sbagliate perché rendono inadeguati e deboli; vanno nascoste, evitate, soppresse, e contro di loro va scatenata una lotta senza quartiere, spinti dall’unico grande desiderio di allontanarle.
Ci è stato detto che le emozioni positive sono giuste, aiutano a dare un’immagine di persona adeguata, accettata, desiderabile, pertanto vanno esibite, a volte spingendosi oltre i limiti dell’ipocrisia.
Ci è stato detto tutto questo e quello che è accaduto è che ci abbiamo creduto.
Così siamo entrati in una spirale senza fondo il cui unico scopo è apparire adeguati, riuscendo a superare indenni la terribile scure del giudizio degli altri.
Il costo di questa dinamica è però molto alto, in alcuni casi enorme, perché tutte le emozioni hanno un ruolo ben preciso.
La rabbia e la tristezza stanno parlando con te
Qualsiasi età tu stia vivendo ti capiterà di fronte il momento in cui proverai rabbia o tristezza. In automatico metterai in moto la macchina da guerra per scacciarle via commettendo il primo grande errore: non fermarti a chiederti perché sto provando rabbia?, perché sto provando tristezza?, cosa stanno cercando di dirmi?
Le emozioni esistono, qualunque esse siano, perché hanno lo scopo di avvertirti di qualcosa che sta succedendo, ad esempio qualcosa di importante che non sta andando nel verso che vorresti.
Le emozioni sono un invito ad agire, se lette correttamente tracciano il percorso. Non a caso da sempre sono fondamentali per la sopravvivenza.
Dare loro ascolto, quindi, è fondamentale perché sono il consigliere più prezioso, sincero e affettuoso che tu possa avere.

Verso un’adeguata educazione emotiva
Chiama le cose con il loro vero nome, dice il protagonista di Into The Wild, avvicinandosi al momento più intenso della sua storia di dolore, ma anche di scoperta e consapevolezza.
Ogni volta che parli di emozioni negative in realtà non le stai chiamando con il loro vero nome.
Non esistono emozioni negative, è solo una definizione, una forma data per racchiudere in una categoria sensazioni che si pensa sia sbagliato provare.
Perciò:
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- Trova il modo di fermarti ad ascoltare come ti senti, anche se ti sembrerà uno sforzo enorme.
- Sospendi il giudizio su di te e non pensare a quello degli altri.
- Chiamale con il loro vero nome – rabbia, tristezza – perché questo ti aiuterà ad ascoltare cosa ti stanno dicendo.
- Impara a tollerare la loro presenza nella tua vita, perché da troppi anni segui l’idea che vadano combattute, allontanate, cancellate.
- Approfondisci il loro significato: cosa stanno provando a dirti?
Se ti fermi, scoprirai che dietro a rabbia e tristezza spesso ci sono bisogni inascoltati, che hanno bisogno della tua attenzione emotiva per essere accolti ed espressi nel modo più opportuno.
Se ti concederai questo, riuscirai a entrare in contatto con il bisogno di cambiamento che fin troppe volte hai rimandato.
Quindi, non rinunciare a volerti bene: passa all’azione.
Conclusioni
Non esitare a chiedere aiuto a uno specialista, anche per inquadrare bene la situazione e capire se ti trovi di fronte a un momento difficile, oppure se c’è un problema dell’umore – come ad esempio la depressione. Il percorso deve essere chiaro e libero da eventuali errori di valutazione.
Scardinare decenni e decenni di assenza di un’educazione emotiva non è semplice. Prova a guardarti indietro e contare gli anni vissuti prima del momento in cui hai deciso di fare qualcosa. Troverai gran parte della vita passata a subire l’idea che le emozioni negative, come rabbia e tristezza, sono sbagliate e fanno apparire deboli.
Cambiare non può essere un passaggio facile e veloce, ci vuole coraggio, ci vuole un aiuto, ma è un tuo diritto essere te stesso.
Dott. Luca Giulivi
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Si mi è piaciuto è tutto vero
Grazie Alessandra
Molto chiaro ma soprattutto utilissimo! Grazie!