Ti capita di rimandare spesso le cose da fare, un appuntamento importante, un impegno, un progetto lavorativo o semplicemente i piccoli appuntamenti del quotidiano?
Ti è mai successo di far fatica a portare a termine le cose iniziate?
Se senti una vocina dentro che sta rispondendo “sì”, allora forse è il momento di fermarsi un attimo, concederti 2 minuti e leggere questo articolo.
A tutti succede di dover rimandare qualcosa. Pressati dalla freneticità della vita odierna, è normale trovarsi in questa situazione. Ma La pratica del rimandare a domani, detta anche procrastinazione, è un approccio mentale che non ha a che fare solo con la velocità del vivere moderno, ma ha radici più profonde.
È un approccio mentale, più o meno conscio, che lentamente si impossessa di noi e nel tempo diventa un automatismo, un modo di operare, uno stile di vita, le cui conseguenze sono spesso sottovalutate.
Perché rimandiamo?
“Come ogni mattina, al suono della sveglia, sento la mia testa ripartire, come fosse un macchinario fatto di ingranaggi. Mi sembra quasi di percepirne il rumore. Cerco di fare mente locale, organizzare le cose che ho in testa con l’aiuto di un’agenda e qualche post it.
Da circa un anno però mi sento sommersa e spesso vengo assalita da una sensazione che sembra quasi immobilizzarmi.
Al solo pensiero di dover affrontare un’intera giornata così densa di cose da fare, mi sento male, sento ansia e rimando, rimando, rimando…
Da alcuni mesi ho iniziato a sentire paura a presentarmi in alcuni luoghi, incontrare alcune persone con cui avevo preso impegni. A volte evito anche di rispondere al telefono, o ai messaggi. Ma la cosa peggiore è che ho iniziato a dubitare di me stessa, delle mie capacità, delle mie forze. Ho iniziato a sentire la mia autostima sotto le scarpe, sommersa dalla fatica e a volte dai sensi di colpa.”
Con queste parole, Anna ci racconta come ha iniziato a rimandare le cose da fare e quali siano le sensazioni che la accompagnano durante tutto il giorno.

Procrastinare non ha solo conseguenze pratiche sulla nostra vita, ma produce tutta una serie di sensazioni sgradevoli con cui ci si trova a dover fare i conti.
Capire perché si tende a farlo e quali siano le ragioni profonde che portano a rimandare a domani, è il primo passo per trovare soluzioni efficaci.
1. Procrastinare, una forma di evitamento
Oggi è molto diffusa l’idea che il tempo sia la risorsa più preziosa che le persone abbiano, e finalmente gli viene riconosciuto il valore che merita. Probabilmente avrai sentito parlare di life-work balance, ossia dell’importanza di riuscire a bilanciare vita privata e lavoro.
Procrastinare significa manomettere il tempo, sia tuo, che degli altri.
Rimandare è una vera e propria forma di evitamento, una difesa, che aiuta a non entrare in contatto con le proprie paure. Fare i conti con le proprie insicurezze, percepire i propri limiti o affrontare scelte e responsabilità sono processi emotivi dolorosi. Per questo, quando ci si trova di fronte a un impegno importante, che ci fa entrare in contatto con queste sensazioni sgradevoli, scappiamo via, rimandandolo.
2. Rimandare le cose da fare è pigrizia?
In alcuni casi si guarda alla soddisfazione presente, immediata, senza tenere conto del futuro e, spesso, delle conseguenze. È questo il caso in cui la pigrizia sembra farla da padrone, ma procrastinare è una cosa ben diversa: avviene con costanza, diventa uno stile di vita e ci impedisce di portare a termine anche cose importanti. Qualcuno parla di arte del rimandare, ma più che un’arte è una vera e propria difficoltà legata a questioni ben più profonde che la semplice pigrizia.
3. Rimandare per Paura di responsabilità e conseguenze
Molto diffusa e facilmente individuabile è la sensazione di paura che a volte ci coglie e che ci porta a non essere chiari, a fare fatica a prendere decisioni, a delegare le responsabilità ad altri. In poche parole a fuggire dai propri impegni, quando possibile.
In questo caso rimandiamo per timore del carico di responsabilità e per timore di non saper gestire le conseguenze.
4. Paura di fallire e paura di non meritare abbastanza
Si rimanda qualcosa, anche di piacevole, perché la paura di non farcela e di non riuscire l’ha avuta vinta. Si procrastina quindi per paura di fallire, ma spesso, anche, per timore di non meritare abbastanza, di non essere all’altezza di un successo, o di ciò che gli altri si aspettano.
Anche questi timori possono essere causa di evitamento.

5. Perfezionismo
Pensare che qualsiasi cosa vada fatta alla perfezione, inseguendo questo ideale, può portare a non terminare mai il compito che si sta svolgendo, o a non raggiungere l’obiettivo che si sta perseguendo. È come se la preparazione o il livello di esecuzione raggiunti non siano mai adeguati agli standard che si hanno in mente. In questo modo sarà sempre meglio rimandare, anche all’infinito.
6. Ribellione
Legata alla scarsa tolleranza e alla rabbia, porta a rimandare molte cose, anche per il puro senso di andare controcorrente. In questi casi si può anche arrivare a pensare che rimandare sia un’arte.
Con il tempo però questo comportamento risulterà dannoso, impedirà lo sviluppo di un senso di responsabilità adulta, con conseguenti problemi nelle relazioni, nonché nella realizzazione personale.
Cosa fare? Alcuni consigli pratici
> Scrivi per alleggerire la tua mente: soffermarti troppo a pensare, popolando la testa di innumerevoli pensieri, immobilizza. Smetti di fare riunioni con te stesso, di prenderti in giro, accetta che stai avendo paura di qualcosa e inizia ad affrontarla.
> Pianifica i compiti in maniera semplice: chi è appassionato di camminate in montagna sa che guardare la vetta non è sempre una buona pratica. La visione sfuocata di un insieme può rendere la realtà pesante, insormontabile.
Quindi, affronta le cose da fare focalizzando l’attenzione e l’azione su una parte di esse, su un compito specifico e procedi passo dopo passo, perché come disse Lao Tzu, Lao Tzu, Un lungo viaggio comincia con un solo passo.
> Concentrati sul fare, anche sforzandoti: noterai che portare a termine un compito, magari scegliendolo tra i più complicati, dona una bella carica. Questa risulta molto preziosa per proseguire nelle azioni successive. Coltivare un morale positivo fornisce una notevole spinta, prenditi cura di questo aspetto.
> Metti da parte gli ideali: la ricerca della perfezione, o il voler andare per forza controcorrente ti danneggeranno. Non ti è utile vedere il mondo come un insieme di cose giuste/ingiuste, di vittorie/sconfitte, o le persone come forti/deboli. Metti da parte questi schemi rigidi e concentrati su cose più concrete e utili per te.
> Questi sono solo alcuni esempi di azioni utili a contrastare il problema della procrastinazione, ma se dovessi sentire che la situazione ti è sfuggita di mano e la fatica sta avendo la meglio, forse è il momento di riprendere le redini della tua vita in mano. Non rimandare e chiedi un supporto a qualcuno che ti accompagni a rimettere in ordine le cose: ti sentirai sollevato!
Dott. Luca Giulivi
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