Perché mi preoccupo tanto?
Come posso smettere di dare tanto spazio alle preoccupazioni?
Sono tutte domande lecite e molto ricorrenti, ma cosa ci comunicano e come fare a capire quale è la linea di demarcazione tra preoccupazione sana e preoccupazione ansiosa?
Preoccuparsi è normale e in realtà è d’aiuto perché ti da una mano a regolare il modo di porti di fronte alle situazioni, soprattutto se difficili, così che tu possa mettere in atto un comportamento funzionale, sano e positivo al tuo benessere.
Quando le preoccupazioni smettono di svolgere questa funzione positiva si trasformano in ansia malsana.
Iniziano a prendere spazio, fino a governare la maggior parte del tempo e dei comportamenti messi in atto, cambiando in maniera dannosa il tuo modo di vivere.
Quando questo accade è importante rendersene conto e provare a trovare delle soluzioni utili per non essere risucchiati dalla spirale dell’ansia e oggi faremo proprio questo: esploriamo insieme il mondo delle preoccupazioni provando a dare alcuni spunti per vivere in maggiore armonia.
Preoccuparsi è come viaggiare nel tempo
La parola preoccupazione ci dice che ti stai occupando di qualcosa prima che accada.
Nel momento in cui inizi a preoccuparti smetti di vivere il presente perché qualcosa, che ancora deve succedere, ha catturato la tua attenzione, e in molti casi non solo quella. I pensieri infatti possono diventare invasivi e possono condizionare pesantemente il tuo modo di essere e la tua quotidianità.
Devi sapere che stai facendo un viaggio nel tempo con l’intento di esplorare il futuro e questo non sempre ti è d’aiuto.
Spesso infatti capita di ritrovarsi a produrre una quantità enorme di pensieri e di immagini, quasi ad avere la sensazione che ti scoppi la testa.
È usuale infatti che preoccuparsi in maniera eccessiva porti a soffrire di emicrania, ma anche altri sintomi che possono riguardare, ad esempio, la pelle, la digestione, le articolazioni, il sonno.
Spesso in verità hai la soluzione al problema oppure, se non c’è, sai come poterti adattare alla situazione, ma continui a rimuginarci su innescando una spirale negativa che finisce con l’occupare spazio e risorse della mente che si fa sempre più allarmata e stanca.
Cos’è il DAG?
Solitamente quando le preoccupazioni oltrepassano il limite e diventano malsane, producendo un eccesso di rimuginio e pensieri negativi, si parla di Disturbo d’Ansia Generalizzata (DAG).
Soffrire di DAG è come cadere in una trappola organizzata dalla tua stessa mente, che attraverso un’invasione di pensieri ti rende la vita difficile e faticosa.
Un errore comune del DAG è pensare che la mente sia un’entità a sé stante, della quale non hai controllo cosicché rimani in balia di un pensare prepotente e pesante.
In verità non sei allenato/a per poter gestire e indirizzare i tuoi stessi pensieri, i tuoi stati d’animo e le tue azioni come il periodo complicato che stai vivendo richiede.
E allora perché non lavorarci e uscirne?
Non è semplice perché con l’ansia si tende a rassegnarsi molto presto dicendo “sono fatto/a così, sono ansioso/a, che ci posso fare?”, tracciando un sentimento di rassegnazione che somiglia molto più a giudizio negativo su di sé e su cui sarebbe importante mettere l’attenzione.
Come liberare la mente?
Il primo passo è trovare un modo per riappropriarti della tua mente.
Ricorda che è possibile, basta allenarsi.
Non sto parlando di usare tanta forza di volontà come verrebbe da pensare, ma di qualcosa di più ampio: prenderti cura di te.
Una pratica molto efficace contro l’eccesso di preoccupazioni è la base della Mindfulness ed quella di stare nel presente.
Restare ancorati a qualcosa che ancora non è avvenuto, o a qualcosa che è successo e che quindi non si può modificare, significa rubare del tempo al presente che è l’unica cosa che realmente sta accadendo nell’esatto momento in cui lo vivi.
Mollare, non mollare…Spaghetti, non spaghetti…Ti preoccupi troppo per ciò che era e ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi… è un dono. Per questo si chiama presente. (Oogway – Kung Fu Panda)
Vivere nel presente significa sviluppare un contatto profondo con sé stessi momento per momento, un modo di esserci, di partecipare a qualsiasi cosa tu stia facendo.
Un secondo aspetto di cui prendersi cura è lavorare a sviluppare un approccio realistico con cui analizzare la realtà.
Usa la razionalità, ti accorgerai come molti pensieri fastidiosi sono generici, vaghi, poco plausibili.
Un problema andrebbe affrontato quando si presenta o sarebbe necessario provare a verificarne le probabilità che si avveri.
Per farlo, puoi prendere carta e penna e buttare giù su un foglio di carta ciò che la mente ti sta proponendo per valutarne la realisticità.
Ti faccio un esempio: se la tua mente ti dice che il bisogno di cambiare lavoro che senti è pericoloso e sbagliato; che se lo facessi le cose andrebbero male e tu non saresti in grado di affrontare la situazione, prendi carta e penna, scrivi e vaglia le probabilità che quello che temi si realizzi. Cerca prove tangibili che quello che dici è vero fino a dimostrare a te stesso/a che è così. Probabilmente noterai di non avere tali certezze scoprendo così l’inganno che la tua mente – in “collaborazione” con l’ansia – ha preparato per te.
Altre pratiche molto utili si basano sul approccio sensoriale. Ad esempio: coinvolgere un senso tra vista, olfatto, udito o tatto in un’esperienza sensoriale, permette di recuperare consapevolezza e presenza nel qui ed ora.
Oggigiorno è molto diffusa la tendenza a trattare l’ansia con i farmaci, pur essendo ampiamente riconosciuto il fatto che non sono risolutivi e fungono spesso da paliativo.
Personalmente mi sento di dire che in moltissimi casi ricorrere a un farmaco risulta invalidante perché è come dire a una persona che non può farcela da sola quando non è così.
Allo stesso tempo esistono casi in cui un supporto farmacologico è necessario, ma va comunque affiancato da un percorso di psicoterapia.
Ormai da molti anni è dimostrato quanto la psicoterapia possa essere risolutiva con i problemi d’ansia, e quanto un percorso dia alla persona la possibilità di ristabilire nella propria vita armonia, equilibrio e benessere prima insperati.
Pertanto il consiglio riguarda proprio il fatto che se la situazione è diventata difficile e ha invaso vari ambiti della quotidianità, è il momento di richiedere un aiuto a un professionista che inquadri bene la situazione e si prenda cura del problema.
Dott. Luca Giulivi
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