Figli in casa 24 ore su 24, chi l’avrebbe mai detto? Eppure è successo.
L’emergenza coronavirus ha portato al decreto #IoRestoACasa che ha imposto un tipo di convivenza a cui nessuno era pronto.
Se hai figli dai 3 ai 10 anni potrebbe interessarti quello che ho da raccontare oggi.
La nuova prospettiva dei genitori
È complicato gestire questo nuovo tipo di quotidianità senza sostegni, ed è una situazione a cui non eravamo abituati. Non c’è più la scuola, le attività extrascolastiche e, in molti casi, i nonni devono restare a distanza.
Bisogna mettere in campo molto impegno perché le preoccupazioni sono tante e non è sempre facile mantenere un approccio proattivo e propositivo, e non parlo semplicemente delle attività quotidiane, ma del come affrontare la vita.
La gestione dei figli è molto dispendiosa perché fanno molte richieste, fanno fatica a capire cosa sta succedendo e spiegarlo è ancor più complicato.
È difficile infatti riuscire a dire chiaramente perché non si può uscire, andare al parco a incontrare gli amichetti, andare a casa dei nonni, perché non si va scuola o perché non si può fare una gita.
È complicato gestire questa quantità di ore di convivenza piombata addosso alle famiglie, questo contatto continuo con un mondo così diverso da quello degli adulti.

Messaggi dal mondo dei bambini
I piccoli dal loro mondo mandano messaggi.
Sentono che in questo periodo c’è qualcosa che non va e tentano di comunicarlo a modo loro e non è sempre facile riuscire a leggere bene perché siamo troppo sintonizzati sul mondo adulto.
Ti potrebbe quindi capitare di vederli irrequieti, nervosi, con frequenti pianti e pensare che stiano facendo i capricci. Gestirli non è facile e spesso conduce al nervosismo o desta preoccupazioni sul loro stato di salute psichica.
L’ideale sarebbe osservare i comportamenti, cercando di comprenderne il messaggio.
Ti faccio alcuni esempi.
A volte pensiamo che la scuola e le attività impegnino il tempo dei figli, liberando il nostro. Ma questa è una prospettiva da adulti.
In realtà la routine a cui i figli erano abituati contribuiva a dare loro punti di riferimento importanti per la loro sicurezza, il loro sviluppo e la loro serenità.
Oggi tutti questi punti di riferimento sono andati persi.
Ricostruire la routine quotidiana non è semplice ed è probabile entrare a contatto con il loro malcontento o i loro disagi. Non hanno più scuola, amichetti e nonni, è normale che possano sentirsi irrequieti.
Altro esempio.
Questa quarantena in molte famiglie ha portato allo sfasamento degli orari. In molti casi i bambini vanno a dormire a tarda ora, anche oltre la mezzanotte.
Questo altera molti equilibri e produce stress e irrequietezza.
E quanto i bambini sono stressati o stanchi è normale che piangano di più…
Un ultimo esempio.
Capita spesso tra adulti di parlare tra loro, mentre il bambino gira per casa, è intento a giocare o sta guardando la tv.
Anche se vedi i figli impegnati in qualcosa non pensare che non ti ascoltino.
I bambini hanno le antenne e percepiscono ogni segnale, ogni messaggio, soprattutto quando sono assorti nei loro giochi.
Se abbiamo bisogno di confrontarci tra adulti rispetto ad una situazione complessa, che genera ansia o angoscia a noi, figuriamo quanto potrebbe generarne ai nostri piccoli.
Cosa fare quindi?
Occorre prestare attenzione a questo aspetto, evitare di parlare di fronte a loro e aspettare il momento della nanna, per confrontarsi tra adulti, perché esporli alle nostre preoccupazioni potrebbero far emergere angosce e malesseri e, di conseguenza, portare a comportamenti irrequieti e nervosi.
I bambini vanno tutelati da queste situazioni.
La tutela dei bambini
Non sappiamo che sarà del futuro ed è la prima volta che succede.
Tutelare i bambini è importante e, come genitori, è una nostra responsabilità non investirli di angosce e preoccupazioni.
Bisogna prestare attenzione che non sentano cose che non devono sentire.
I bambini non sono adulti e non vanno trattati come tali, non vanno responsabilizzati.
Vanno gestiti con sensibilità, con sincerità e senza mentire, ma questo non significa che possiamo trattarli come adulti.
Non possiamo fare ragionamenti complessi, ma con parole semplici e alla portata della loro età, possiamo provare a far capire cosa stiamo vivendo, in modo sempre sereno e proattivo.
Bisogna tarare le parole da usare all’età perché devono essere in grado di comprendere ciò che decidiamo di dire loro.
A tal proposito, un linguaggio molto alla portata dei bambini per spiegare le cose è il gioco.
È per questo che, insieme a Ludobus Legnogiocando di Manuel Pucci, abbiamo pensato di costruire Stop-vid.
Cos’è Stop-vid?
Stop-vid è un gioco interattivo e gratuito, attraverso cui abbiamo pensato di poter costruire una narrativa diversa e di offrire ad adulti e bambini un modo per essere davvero protagonisti di questa storia.
È nato così Stop-vid, un gioco cooperativo pensato per far giocare i bambini da 3 a 10 anni, ma anche per aiutare i genitori ad affrontare la situazione di emergenza, con le sue restrizioni, come un gioco.
In questo modo i bambini si sentiranno protagonisti e, nel seguire il percorso, svilupperanno competenze e conoscenze utili e responsabili.
Ma non solo, perché nel seguire le “missioni” supereranno questo momento con leggerezza e fantasia.
Cerchiamo di lasciare un ricordo costruttivo di quello che stiamo vivendo: sostituiamo il limite con lo scopo e il disagio con la volontà di superarlo.
Scarica Stop-vid e inizia a giocare!
Dott. Luca Giulivi
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