Ti è mai capitato di provare ansia, rabbia, tristezza o di avere problemi nel lavoro, e che tutto questo si sia riversato nella vita familiare e nel rapporto con i figli?
Quando questo accade, può succedere che si traduca in nervosismo, mancanza di considerazione, atteggiamenti distanti e insofferenza verso i propri figli.
Tutto questo, senza essere consapevoli, può generare nei bambini sensi di colpa, angosce, sentimenti negativi.
Non entro nel merito del bisogno del bambino in questo articolo (trovi un approfondimento qui), perché trattando il discorso da punto di vista del genitore, in qualche modo, mi sto prendendo cura anche del bambino.
L’immagine del buon genitore
Di solito noi psicologi tendiamo a dare indicazioni, a mo’ di decalogo, di ciò che significhi essere un “buon genitore”.
Tutto materiale molto prezioso da cui ne scaturisce un’immagine della genitorialità che può essere descritta attraverso consigli, come:
- siate presenti e affettuosi, ma lasciate che esplori e commetta degli errori in autonomia;
- siate empatici e non critici in modo da poterlo supportare e non farlo sentire giudicato e sbagliato;
- siate comprensivi e pronti a spiegare il perché di una cosa, anziché imporla in maniera direttiva, a priori, etc.
Tutto molto interessante se non fosse che, confrontandolo con la realtà, si rischia di far sentire i genitori (e mi ci metto in mezzo anch’io 😊) inadeguati perché, se guardi al decalogo come termine di paragone, ti accorgerai che a fine giornata sicuramente avrai sbagliato qualcosa.
Per questo ho pensato di dirti davvero come la penso.
Dall’immagine del buon genitore al genitore reale
Sicuramente il decalogo del buon genitore (sia chiaro, dal punto di vista teorico lo supporto e favorisco anche io) è un optimum a cui fare riferimento, ma la vita reale è ben più complessa e colorita di questi esempi luminosi!
Sappiamo bene quanto sia difficile essere genitori, quanti dubbi, quante perplessità, quante scelte fatte e prese con la paura di poter sbagliare.
Ebbene, ti sollevo da questa responsabilità: sbaglierai, anzi sbaglieremo!
Non c’è genitore che possa esimersi da farlo.
Quello che puoi fare però per passare dall’immagine del buon genitore alla concretezza è:
- rimanere attento e ascoltare tuo figlio
- metterti in discussione per cercare di crescere sempre come persona
- imparare ad essere un po’ egoista e ritagliarti del tempo per te
- imparare e rigenerarti, ricaricarti.
Cosa intendo?
Intendo che quando arrivi a sera e ti rendi conto di aver fatto qualche errore, di aver sgridato tuo figlio alzando la voce, di aver preteso che si comportasse esattamente come volevi tu, probabilmente hai perso di vista uno, o più, di questi quattro punti.
Rimanere attento e ascoltare tuo figlio
Il mondo dei bambini è completamente diverso da quello degli adulti e non può essere compreso attraverso uno stile di pensiero complesso. Non puoi spiegargli le tue ragioni come le spiegheresti a un altro adulto. Per farti qualche esempio, i bambini, per gran parte dell’infanzia, non hanno “il tempo”, non riescono a comprendere quanto dura un tuo “basta!”. Di conseguenza il fatto che dovrai richiamarlo spesso non significherà che è uno stupido capriccioso, ma che sta vivendo secondo la sua natura: come un bambino appunto. Capisco che questa cosa possa far perdere le staffe, ma potrebbe essere molto utile e prezioso ricordarsi di questi aspetti in modo da non colpevolizzarlo per un atteggiamento normale. Un bambino ha tutto il diritto di essere un bambino e non altro.
Metterti in discussione per cercare di crescere sempre come persona
I bambini possono insegnare molto perché in un certo senso ti costringono ad esserci.
Possono insegnarti a prenderti cura di loro, a comprenderli ed essere empatici, a ordinare al meglio le tue priorità, riscoprire quanto è bello giocare! Ti aiutano ad ascoltarti come nessun altro può fare, ti portano a sviluppare l’arte magica di controllare il tempo perché con loro devi per forza rallentare, e sappiamo quanto faccia bene farlo. Illuminano la tua vita, ti permettono di rileggere la tua storia, comprendere gli errori fatti da altri con la possibilità di crescere, elevarti, risplendere!
Danno un senso tale alla tua esistenza che arrivi a percepire ogni fatica, stress o preoccupazione come superabile.
Il punto è che i bambini fanno tutto questo per te a modo loro, con il loro linguaggio, il loro modo di essere e non è facile barcamenarsi tra un pianto, un capriccio o una lagna, perché quello è il loro modo di parlarti e potrebbe esserti utile trovare un modo per metterti in ascolto profondo, comprendere i loro bisogni e guidarli senza strappi se possibile.
Imparare ad essere un po’ egoista e ritagliarti del tempo per te
Si tende a pensare che l’egoismo sia qualcosa di negativo.
Prova a farci caso: il termine egoista viene usato per lo più in tal senso e spesso cultura, società e abitudini non aiutano a fare chiarezza e dare un giusto senso della misura.
Avrai sentito parlare dell’espressione sano egoismo?
Ma che sarà mai? Probabilmente è qualcosa che si avvicina all’ascolto dei propri bisogni in assenza di danno effettivo per gli altri.
Come è possibile praticarlo nella gestione dei figli che sono sempre così presenti e ricchi di richieste?
Credo che per te sia scontato il fatto di poterci essere per i tuoi figli, e che desideri farlo nel migliore modo possibile. Ebbene tutto questo dipende dal tuo livello di benessere, da quanto riesci a prenderti cura di te, e di conseguenza da quanto tempo decidi di dedicare a questa preziosa attività.
I tuoi figli non ti faranno pesare il fatto di non essere sempre presente e disponibile, fa parte del loro percorso di crescita sana imparare a comprendere che non è possibile, ma sarà per loro un problema il tempo che gli dedicherai carico di stanchezza, nervosismo e insofferenza.
Per questo è fondamentale che impari a ritagliarti del tempo per te, così da rigenerarti, ricaricarti.
Imparare a rigenerarti, ricaricarti
Questo ultimo punto è probabilmente il passaggio fondamentale, ma anche il più difficile. Sviluppare l’abilità di ricaricarsi significa riuscire a mantenere calma, positività ed entusiamo nel rapporto con i figli, non perché hai un carattere predisposto e ci sai fare con i bambini, bensì perché ti impegni ad ascoltare, ti metti in discussione con consapevolezza e sai dedicare loro il miglior tempo che puoi, intenso come qualità e non solo quantità.
Ricaricarsi significa staccare, prenderti del tempo per te, ma anche essere capace di una ricarica veloce.
Cosa intendo?
Prova a immaginare di passare qualche ora con i tuoi figli, magari in un pomeriggio in cui sono particolarmente attivi e insistenti. È quasi inevitabile ritrovarti a provare nervosismo, sgridarli e non vedere l’ora che il tempo passi.
Avere la capacità di ricarica veloce significa riuscire a fermarsi per pochi istanti, ponendo distanza dalle sensazioni negative che stai provando per ritrovare qualcosa di tuo che ti faccia sentire meglio e ti permetta di recuperare equilibrio e disponibilità.
Ti faccio qualche esempio:
- Ti accorgi di stare ingaggiando una lotta tra pari? Recupera consapevolezza che tu sei l’adulto e che non aiuta né te, né loro, metterti sullo stesso livello.
- Stai attraversando un momento in cui non stanno facendo quello che tu vuoi? Prova ricordarti che non sei lì per dire loro come devono essere secondo i tuoi canoni, ma per accompagnarli a essere sé stessi, chiaramente nel rispetto di principi, educazione e salvaguardia dell’incolumità loro e altrui
- Ti stanno chiedendo qualcosa che non hai proprio voglia di fare? Pensa che in quel momento per loro è una gioia stare con te, anche se non ti sembra, e che l’esempio che tu stai dando varrà molto più di mille parole che potrai dir loro. Sei tu che hai scelto di avere figli e prenderti cura di loro, non sono loro ad avere deciso di fare un’esperienza su questo pianeta!
In tutto questo può esserti di grande aiuto passare dall’immagine del buon genitore e una percezione concreta, realistica di questo complesso ruolo perché oltre a darti un senso di realtà ti assolve dal peso di una responsabilità troppo legata a un’idea perfezionistica e al conseguente senso di colpa.
Dott. Luca Giulivi
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Condivido..Non è sempre facile ma anche io ho sempre cercato di fare così.
Adesso le mie figlie sono adolescenti…e io vorrei il libretto delle istruzioni!!
Buonasera Monica,
grazie! La sua riflessione mi da spunto per ampliare il discorso sulla genitorialità all’adolescenza in un futuro post blog 🙂
Un caro saluto.