“Non esiste vittoria, solo gradazioni di sconfitta”, così Gavin D’Amato, avvocato interpretato da Danny De Vito nel film La Guerra dei Roses, si esprime narrando la difficile vicenda dei due coniugi protagonisti della trama.
La storia è quella di una fine evitabile, che suggerisce quanto arrivare al divorzio sia frutto di un periodo duro, che mette profondamente in crisi la vita familiare, nel quale hanno la meglio individualismo, rabbia e tristezza.
Una relazione può finire, un legame può sciogliersi, un amore usurarsi e sbiadire fino a essere difficilmente riconoscibile, ma se ci sono di mezzo i figli occorre prestare loro molta più attenzione di quanto umanamente spesso si riesca a fare.
Oggi parlerò di cosa fare e cosa non fare quando nella separazione ci sono i figli in mezzo.

Genitori che scompaiono
Reagire a un divorzio è vivere un’esperienza davvero difficile e complessa.
Le modalità di reazione vanno dall’essere consenzienti, ossia in qualche modo riuscire a mettere da parte il rancore trovando un accordo; alla non accettazione, negando i fatti; fino ad arrivare alla distruzione e alla cancellazione del rapporto.
Qualcuno resta in attesa, spesso vana, che le cose tornino come prima.
Altri si concedono nuovi legami da subito.
In questa varietà di reazioni, tuttavia, c’è un aspetto che accomuna molte coppie che decidono di separarsi: si è molto presi da se stessi e dalla situazione che si sta vivendo. La propria vita individuale ritorna al centro dell’attenzione e si tende a perdere di vista il resto.
Il punto però è che si può smettere di essere marito o moglie di qualcuno, ma non è possibile smettere di essere genitore.
Il divorzio provoca un profondo cambiamento a livello familiare, è un evento brusco e doloroso per tutti. Basti pensare che uno dei due genitori non vivrà più nella stessa casa.
Questo e altri aspetti agli occhi del bambino, però, non sono comprensibili come per un adulto e spesso vengono vissuti come un abbandono, nonostante ci si sforzi di evitarlo.
Per tale ragione, è bene ricordarsi che malgrado la situazione sia difficile, dolorosa, complessa, i figli e il loro benessere vengono prima di tutto.
I figli come strumenti di lotta
Fare un figlio è una scelta e un impegno che viene preso.
Questo non significa però che esso sia un prodotto o una proprietà dei genitori. Crescerlo significa accompagnarlo nel miglior modo possibile nei primi passi della sua vita, seguendo lo slancio che gradualmente porta verso l’autonomia.
Coinvolgere un figlio nelle dinamiche negative legate a un divorzio significa influenzare il suo sviluppo e il suo futuro.
Usarlo come strumento di lotta per perseguire la propria personale vendetta, come postino per recapitare messaggi atti – ad esempio – ad alimentare false speranze, o come trofeo da idolatrare con l’obiettivo di screditare l’ex partner, sono pratiche assai diffuse e molto dannose.
Un bambino non deve essere messo nella condizione di sentire che un genitore gli vuole più bene dell’altro, come non deve trovarsi a dover scegliere con chi stare tra i due.
Utilizzare un figlio come strumento per scopi propri significa attuare manipolazioni che avranno delle conseguenze sul suo modo di vivere le relazioni future.

Conseguenze e consigli
È in gioco il futuro dei bambini: come vivranno le relazioni e il proprio modo di muoversi nel mondo.
In caso di separazione o divorzio i loro bisogni devono essere messi sempre al primo posto.
I bambini non capiscono cosa sta succedendo, ma questo non significa che non sentano.
Il loro mondo emotivo è messo a dura prova e le conseguenze saranno “visibili” quando saranno più grandi, o in età adulta.
Alla base di sintomi ansiosi e depressivi, disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, anaffettività o problemi legati alla personalità, ci sono sempre eventi traumatici passati, spesso legati a cambiamenti della stabilità familiare come nei casi di separazioni o divorzi.
Per evitare o limitare queste problematiche, quindi, è necessario mantenere il confronto sulla crescita dei propri figli su toni costruttivi e collaborativi.
È importante cercare di rimanere presenti, concentrati sul loro stato d’animo, su come stanno vivendo la cosa.
È importante che ‘mamma’ e ‘papà’ continuino ad esserlo anche se separati. Se non si è più una coppia, infatti, ciò non significa che non si è più genitori e, per il bene dei propri figli, bisogna cercare di esserlo in modo costruttivo e complice.
Bisogna confrontarsi, rispettarsi, non screditare l’altro davanti al bambino. Bisogna mantenere il dialogo e dare al figlio l’idea che per lui il vostro affetto rimarrà immutato, malgrado il cambiamento in corso.
Spesso i bambini vivono la separazione dei genitori con un profondo senso di colpa: si sentono responsabili dei litigi dei genitori, della loro assenza, sentono che se sta accadendo tutto questo, in qualche modo, possa essere colpa loro.
Per tale ragione, visto che il senso di colpa può essere un carico emotivo troppo pesante da gestire, è bene che la coppia genitoriale sia consapevole di queste dinamiche e che rimanga salda e presente per poterle gestire con lucidità.
Essere consapevoli che il ‘come ci si separa’ può fare la differenza nel successivo sviluppo emotivo del proprio bambino, può servire da stimolo per metterci più attenzione e impegno.
Cosa non fare:
- non litigare davanti al figlio
- non screditare l’altro genitore
- non minacciare
- non usare il bambino come mezzo di ricatto o come strumento di vendetta
Cosa fare:
- Cercare di mantenere un dialogo costruttivo
- tutelare il bambino da situazioni spiacevoli e dolorose
- rassicurare con frasi come: ‘mamma e papà non vanno d’accordo e per questo hanno deciso di vivere in case separate, ma continuano a volerti bene e a volersi bene.’
- cercare di parlare il più possibile non davanti ai figli per evitare che eventuali esplosioni di tensione possa coinvolgerli
- rassicurarli del fatto che non è colpa loro se sta accadendo questo e che continueranno a vedere spesso sia la mamma che il papà
- cercare di trovare un accordo sereno sulla gestione della quotidianità
- confrontarsi e trovare soluzioni condivise sull’educazione dei figli
- rimanere presenti e fare attenzione alle reazioni dei bambini (sintomi legati al sonno, al cibo, alla gestione degli sfinteri, irascibilità, pianto, sogni dei bambini)
- cercare di ricordarsi che smettere di essere ‘coppia’ non significa non essere più coppia genitoriale.
Malgrado i consigli su ciò che è bene fare durante un processo di separazione possano essere molti, a volte la situazione può diventare particolarmente difficile, conflittuale, complessa.
In tutti questi casi, e laddove non si riesca a mantenere il dialogo e la lucidità, può essere utile richiedere il supporto di uno specialista che possa aiutare la coppia a gestire meglio questo difficile percorso.
Dott. Luca Giulivi
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Devo affrontare una separazione con mio marito ,ho già dato la lettera ma non ne vuole sapere ho due figli un adolescente e un maggiorenne non so come andare avanti e affrontarlo nuovamente lui non ne vuole sapere come fare per essere più serena e dire basta